SEQUENZA TEMPORALE
Di Marina Lammertyn
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BUENOS AIRES, 4 agosto (Reuters) - L'Argentina è sull'orlo di un accordo storico per ristrutturare 65 miliardi di dollari di debito, seppellendo il fantasma delle passate aspre battaglie con i creditori mentre il paese cerca di uscire dal default.
12 agosto 2019: i titoli di stato, insieme alle azioni e al peso, crollano dopo che il presidente conservatore Mauricio Macri perde in maniera schiacciante le elezioni primarie a favore del peronista Alberto Fernandez. 28 agosto: l'amministrazione Macri afferma che dovrà rinegoziare il debito con i creditori e il Fondo monetario internazionale. 28 ottobre: Fernandez vince le elezioni generali. I creditori si preparano alla battaglia con l’amministrazione entrante. 10 dicembre: il governo Fernandez sale al potere e promette un dialogo “costruttivo” con i creditori. Nel suo gabinetto sceglie il giovane economista geniale Martin Guzman, che dovrebbe assumere la guida delle negoziazioni sul debito. 21 gennaio 2020: Guzman annuncia un piano di ristrutturazione del debito pubblico in un disegno di legge inviato al Congresso. 19 febbraio: il FMI afferma che il debito dell'Argentina è “insostenibile” e che il paese necessita di un maggiore sostegno da parte dei creditori. 12 marzo: nella prima intervista con i media internazionali, Guzman afferma che il Paese ha bisogno di una riduzione “sostanziale” del debito da parte dei creditori, poiché l’Argentina è colpita dal coronavirus. 6 aprile: il governo congela i pagamenti sul debito in dollari stabilito dalla legge locale. 21 aprile: l'Argentina lancia la prima offerta ai creditori che chiedono una forte riduzione delle cedole e una sospensione dei pagamenti di tre anni. 4 maggio: i gruppi di creditori respingono congiuntamente la proposta e più tardi quel mese presentano controproposte separate al governo. 22 maggio: l'Argentina scivola verso il suo nono default sovrano. Guzman dice a Reuters che il governo modificherà la sua offerta. 17 giugno: dopo aver portato a termine i colloqui che hanno avvicinato le parti, l'Argentina afferma che una controproposta proposta dai creditori è "insostenibile" e i gruppi creditori denunciano che i colloqui sono falliti. 5 luglio: senza creditori a bordo, l'Argentina presenta la prima offerta formale modificata, migliorando i pagamenti delle cedole e accelerando le scadenze. Il governo lo definisce lo sforzo “massimo”. 20 luglio: tutti e tre i gruppi di creditori si uniscono per la prima volta dietro una controproposta, spingendo per modifiche ai termini legali e un pagamento leggermente più alto. 4 agosto: dopo settimane di stallo, l'Argentina afferma di aver raggiunto un “accordo” per ristrutturare il debito. I principali gruppi creditori affermano di sostenere l’accordo. 24 agosto: termine ultimo per i creditori per accettare formalmente l'offerta.
Reportage di Marina Lammertyn; Montaggio di Adam Jourdan e Steve Orlofsky
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